
11 Dic Francesca da Rimini
Foto Silvia Lelli
Foto Silvia Lelli
Crediti
Testo Nevio Spadoni
Musiche Luigi Ceccarelli
Regia Elena Bucci
Interpretazione Chiara Muti
Violino Diego Conti
Assistente alla regia del suono Angelo Benedetti
Assistente alla regia Andrea de Luca
Luci Fabio Rossi
Note di regia
Francesca Da Polenta e Paolo Malatesti, cognati amanti, hanno avuto la sorte di trovare il narratore della loro vicenda nel massimo poeta: Dante Alighieri, e ancora una volta Ravenna è luogo privilegiato di un vissuto di forti sentimenti. Ma per quanto attiene le cronache antiche, tutto è avvolto in un groviglio di notizie contrastanti, riguardo soprattutto il luogo del delitto.
Come ogni mito, travalica il tempo e scivola sulla zattera delle miserie umane con passioni antiche ma sempre attuali. Questo di Francesca vuole essere un canto-lamento d’amore e allo stesso tempo il grido di una donna vittima di intrighi, strategie che sottraggono linfa alla verità più profonda di lei, a quel bisogno che ognuno ha di vivere l’amore in pienezza e libertà. Francesca è costretta a subire una vocazione sbagliata e si ribella; la sua voce non cessa di accusare personaggi e realtà del suo tempo con accenti duri e recriminatori, ma al contempo, il filo con Paolo non si è spezzato. In uno spazio lontano, e liberi da quella bufera infernal che mai non resta, sono destinati ad incontrarsi e il loro amore, a discapito di mediocri patteggi e calcoli umani, resiste, sia pure in una dimensione altra.
Il nostro amore in terra era come pietra focaia senza acciarino. Qui ora arde trasforma e non consuma.
(Nevio Spadoni)