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Folia Shakespeariana

Folia Shakespeariana

Foto Silvia Lelli

Foto Silvia Lelli

Crediti

Progetto e interpretazione Elena Bucci, Chiara Muti
Disegno luci Loredana Oddone
Drammaturgia del suono Raffaele Bassetti
Costumi Nomadea
Testi tratti da Macbeth, Romeo e Giulietta, Misura per misura, Amleto, Pene d’amor perdute, Otello, Re Lear, Sogno di una notte di mezz’estate, La tempesta, Sonetti IXXXI e IXVI.

Note di regia

Folia è un concerto di voci, parole e suoni,
il suo tempo è la notte e la sua natura il sogno,
la sua forma è il cerchio della pianta del Globe
che ricorda quella del Mausoleo di Teodorico,
luoghi dove si incontrano i vivi e i morti.

Le nostre comunità un poco smemorate hanno spesso la necessità di creare costellazioni di ricorrenze che, come luci nel buio, aiutino l’orientamento e il pensiero.
A quattrocento anni dalla sua morte, anche noi accendiamo un piccolo lume dedicato al mistero di Shakespeare, sia che si pensi ad un uomo solo che allo pseudonimo di molti. Certo, nel suo nome esistono testi che ancora oggi inducono multiformi emozioni e mutamenti.
Proviamo a entrare nel mondo intranaturale sospeso tra realtà e sogno, vita e morte, filosofia e magia evocato dalle streghe del Macbeth. Il parco del muto Teodorico diventa il loro regno, il luogo dove richiamano le ombre di personaggi maggiori e minori fuggite dalle opere del Maestro. Come gli attori dell’epoca elisabettiana si trovarono ad interpretare personaggi femminili su palchi interdetti alle attrici, così oggi due donne si muovono tra le diverse nature maschili e femminili in una scena libera da restrizioni di genere, dove il criterio della scelta non insegue le trame delle storie ma l’intuizione di nuclei poetici.
Immerse in un parco dal quale arrivano attutiti tutti i suoni della città, immaginiamo uno spazio che partecipi di realtà e mistero, rileggendo parole magiche che sopravvivono al tempo, alle traduzioni e a ogni tradimento.

Elena Bucci e Chiara Muti