Così fan tutte

Così fan tutte

Cosi Fan Tutte è il Dramma giocoso del Disincanto... Amiamo veramente o per gioco?

Foto Silvia Lelli

Foto Silvia Lelli

Note di regia

“Cosi Fan Tutte” è il Dramma giocoso del Disincanto… Amiamo veramente o per gioco? E che cos’è veramente l’amore se non una scelta di tempo e di luogo… un caso…un incontro…
In quest’opera l’illusione è più reale della realtà stessa… e la scena immaginata è come una “Lanterna Magica” fatta di specchi che riflettono ciò che siamo nell’immaginario di chi ci sta intorno…
È uno spazio della mente nel quale Aria e Acqua si riflettono in segno di eterno movimento… metafora dei nostri umori … incostanti come gli elementi che ci governano… e le dodici figure che in scena interagiscono con i protagonisti sono lo specchio delle emozioni passate e future… spettatori e attori al tempo stesso… fantasmi accondiscendenti degli amanti che furono e che saranno….

“Cosi Fan Tutte” è un’opera metafisica! Una riflessione profonda sull’essenza del nostro essere….

Noi siamo attraverso lo sguardo degli altri…

Ogni individuo che ci incontra ha di noi una percezione che a noi sfugge… e quindi la realtà che ha di noi non è la stessa che noi stessi ci attribuiamo… allora… che cos’è la realtà! Se non

Equivoco!

Don Alfonso, uomo dei lumi è li per risvegliare al disincanto, per scuotere dal dormiveglia delle illusioni le due coppie di amanti. All’inizio dell’Opera i nostri quattro eroi hanno ancora voglia di giocare… per questo ho immaginato i due ragazzi intenti, già dalla prima apparizione, anima e corpo, a sfidarsi al jeux de paume (e l’impianto scenografico è ispirato al famoso Tableau DU SERMENT DU JEU DE PAUME di Jacques Louis David).

E le ragazze? Non sono da meno… e per l’intera Opera le ho immaginate a ripercorrere, senza saperlo, i miti delle favole che da bambine cullarono i sogni della nostra infanzia.

Ma come dice Camus… “Un Homme ça s’empèche!”… un adulto deve darsi dei limiti… un bambino no! Ed eccoli i nostri quattro bambini, “poveri innocentini” messi di fronte a se stessi…

E qui, a stupirci ancora una volta, è la profonda conoscenza del “Desiderio Femminile” che Mozart e Da Ponte mettono in scena… Acquoso… Vibrante… Come il mare che si riflette sulle pareti di specchi…
Perché le donne l’Amore to sognano, to immaginano, lo reinventano… E qui sta la grande lezione che Mozart e Da Ponte danno agli Uomini… loro… gli uomini… che con la loro concretezza vogliono toccare con mano… Attraverso quel “Giochiamo”, Don Alfonso propone loro una sfida che finisce per essere un’arma a doppio taglio… Perché una donna… se ne accendi l’immaginario è pronta a tutto… anche a credere all’impossibile pur d’essere desiderata… e i ragazzi, travestendosi, è se stessi che traggono in inganno… solleticando il desiderio delle proprie amanti e traendole in fallo… e se stessi che finiscono per tradire… perdendosi nel gioco che credono di condurre.

Immaginiamo Mozart, chino sui fogli, a rileggere ogni sillaba per farla vibrare al suono delle sue note… Ripercorrendo con to sguardo il manoscritto originale di “Cosi Fan Tutte” una correzione solitaria parla per noi… Quando Ferrando, umiliato dal tradimento di Dorabella, torna da Fiordiligi perché ceda all’amore… Nella versione Da Pontiana, tormentato, guardandola, mormora a sé stesso: “Ah! Che mai la sua Costanza, a quei sguardi, a quel che dice incomincia a vacillar” Ebbene! Mozart cancella di getto quel “Sua” trasformandolo in “Mia”… la chiave della storia è Mozart stesso a svelarcela! Con quel suo semplice “Mia” ci sussurra che a “Vacillar” non è solo la donna ma anche l’uomo che le sta accanto!

Giocando si finisce per essere giocati e, suo malgrado, Ferrando finisce per innamorarsi della donna che solo per gioco dovrebbe amare… e qui non può non ritornarci alla mente la vita stessa di Mozart… e l’immenso sacrificio che mise nel convincersi d’amare Constanze, ovvero, la sorella della donna che più d’ogni altra aveva desiderato… Aloisia.

È forse per questo che le coppie d’innamorati risultano più credibili e omogenee (per tessitura vocale stessa) quando sono invertite? La sensibilità di Fiordiligi e di Ferrando e l’esuberanza di Dorabella e di Guglielmo… e ancora la stessa Fiordiligi, prima di soccombere al tradimento, chiede a Despina di portarle gli abiti degli sposi, intenzionata a raggiungerli sul campo di battaglia… e travestendosi dice: “l’Abito di Ferrando sarà buono per me…può Dorabella prender quel di Guglielmo”… più chiaro di così… Fiordiligi non può che indossare i panni di Ferrando.

E invece, alla fine, eccoli costretti ad abbandonare con infinita malinconia… l’Amore riscoperto per l’amore promesso e quel “Idol mio se questo è Vero… con la Fede e con l’amore compensar saprò il tuo cuore” si riempie di nuovo struggente significato… pervaso da un immenso senso di Fragilità… I due uomini non posson che rispondere “Te lo credo gioia bella… ma la prova io far ‘non vo’…”. Ecco un atto di tede nell’accettazione dell’umana imperfezione… Sublime complessità umana… opera sfuggente come gli elementi che la animano… Maschile e Femminile… due mondi opposti per natura distanti… c’altro non posson fare che attirarsi per Completarsi…

Ed ecco, Don Alfonso, ad insegnare agli uomini la sola lezione da apprendere alla fine dei giochi e tutt’e fuor che una critica alle Donne: “Tutti accusan le donne ed io le scuso se mille volte al di cangiano amore, altri un vizio lo chiama, ed altri un uso, ed a me par necessità del core… L’amante che si trova alfin deluso non condanni l’altrui ma il proprio errore già che giovani, vecchi e belle, e brutte, ripetete con me Cosi Fan Tutte”

Ossia eternamente sognare….

Ma nulla è eterno e il germe della fine è già in quel primo addio degli amanti che fingon di partire in guerra… in quel “Addio mi si divide il core bell’idolo mio”, dove ognuno, perso nel suo mondo, piange il sentore della fine di tutto, la musica di Mozart è la per ricordarci, lei si, eternamente chi fummo… e vorremmo che quegli accenti palpitanti durassero in eterno… Ma e solo un attimo fuggente di sublime perfezione…

E in quel miracolo di note sospese si insinua quell’“io crepo se non rido” sibillato tra i denti da Alfonso e ci ricorda che quel morbo silenzioso che chiamasi cinismo ci contagerà inesorabilmente tutti! E che quel primo addio finirà per essere l’ultimo… e gli Amanti che, per gioco, si stanno salutando li… davanti a noi… non sanno che è alla fanciullezza che stanno dicendo per sempre

Addio…

E ancora e per sempre, prima e dopo di noi, Mozart sornione dall’Aldilà a ricordarci… “Ridete… io ho già riso e riderò!”.

Testo di Chiara Muti

« Un mondo Strehleriano « uno spazio come luogo della mente »dove trovi specchi che sono una riflessione della propria immaginazione e pensiero.. »

Valerio Cappelli
Corriere della sera 26/11/2018

« Un trionfo al San Carlo » « le quattro ore di musica sembrano volare » « non c’é settecento, non ci sono costumi contemporanei, tutto é semplificato, oltre il tempo e il luogo, con qualche citazione a Fellini, De Chirico, Morandi… »

Donatella Longobardi
Il mattino 26/11/2018

« Grande dinamismo ed espressività. Non maschere o stereotipi, ma uomini e donne con pulsioni e timidezza, eros e pudori… »

Dario Ascoli
Corriere del mezzogiorno 27/11/2018

« Eleganza leggerezza e introspezione » « una luce celeste chiaro magicamente disegnata da Vincent Longuemare » «  la recitazione é teatro allo stato puro » « l’invenzione é continua »

Sandro Compagnone
l’Opera aprile 2022

« Sontuosa messinscena di Cosi Fan Tutte »

Paolo Gallarati
La stampa 26/11/2018

« Tenerezza e disincanto innondano Cosi fan Tutte a Napoli » « non c’é tanto da ridere, qui. C’é da pensare » « la regia di Chiara Muti, intrisa di memorie strehleriane, ragiona in consonanza con la visione paterna. »  «  sottovesti ,corsetti, velari , tendaggi volteggiano di continuo creando una coreografia delicatissima… » « é candido l’abbigliamento e l’arredamento, persistenti le memorie dell’infanzia… »  Ambientazione onirica ma finale inclemente:le coppie originarie si riformano, certo, però litigano di brutto… le loro potrebbero non essere nozze felici » »

Gregorio Moppi
La repubblica 02/12/2018

« Cosi Fan Tutte con le tinte Giuste » « ricco di suoni e di parole che non avevamo mai notato» « tutto sta insieme perfetto, nemmeno per un attimo si scollano buca e palcoscenico. Come se fosse impossibile andare fuori da questa rete naturale ,che tiene in perfetta continuità anche il « secco » dei recitativi con le malie del canto » « scene evocative e impalpabili di Leila fteita » « abiti meravigliosi disegnati da Alessandro Lai » « frammenti di innocenza in un rassicurante mondo dell’infanzia » « Un San Carlo tutto in piedi e applausi senza fine »

Carla Moreni
Il sole 24 ore 02/12/2018

«  Cosi fan tutte tra Amore e malinconia » « la regia é rispetto e amore per la musica » « il bianco domina in scena e si arricchisce di pastelli da antico acquarello napoletano » un settecento stilizzato… un Mozart universale ,senza tempo, carico di luce e ingabbiato in specchi e riflessi tra cui vibra un mare d’argento » « una regia rivoluzionaria, in questi tempi, perché rispettosa della musica, priva provocazioni e prevaricazioni » « c’é la tristezza e il divertimento »  «    il pubblico della prima ha tenuto il fiato sospeso sino ai lunghissimi e accorati applausi… »

Filippo Arriva
La Gazzetta del Mezzogiorno 30/11/2018

« Chiara Muti tiene un bagaje personal ligado a Giorgio Strehler… » « Su influencia resultò evidente en muchos aspectos, como en las simetrías o los juegos tan característicos de luces y sombras… » «  pero también tiene ideas propias… » «  el espacio termina por combinar realidad e ilusión y representa ese desencanto que implica aprender de la vida y hacerse adulto. También hay momentos de ingenio teatral, como ese imán para extraer veneno convertido en unas sencillas cintas ondulantes. Y además sobresalen vistosas escenas , como la fiesta en el jardin a la orilla del mar, con espina sobre un globo convertida en un cupido. »

Pablo L. Rodríguez
EL PAīS 28/11/2018

« Un Mozart cresciuto all’ombra di Stehler, per luci e colori, quello che ha felicemente inaugurato la stagione del teatro di Napoli. » « settecento elegante e sensuale » «  scelta stilistica di fondo realistica e simbolica allo stesso tempo » « cura dei recitativi integralissimi… costruiva perfettamente l’azione »

Salvatore Morra
Giornale della musica 29/11/2018

«L’allestimento é Eccellente » «  perfetta sintonia tra note sillabe e gesti nella spigliata recitazione… » «  tutto é pregnante di senso, autenticamente rappresentativo, non didascalico… » «  belle, perché intense, tutte le invenzioni, ornamentali diremo, che fioriscono nello spettacolo.. »

Massimo Lo Iacono
Roma 26/11/2019

«  Chiara Muti ricrea quell’esempio di Giorgio Strehler (alla cui scuola si é peraltro formata) in cui il teatro nasce dalla musica e si snoda con naturalezza di recitazione. » « vera commedia e allusioni ai doppi sensi erotici del libretto, lasciando che la musica trasformi in gioco scenico le trame… » «  là dove l’introspezione si espande nella musica… la regia si fa metafisica, isolando i personaggi al proscenio in una sospensione spazio-temporale… » « il giardino in forma di labirinto per l’inseguimento amoroso e una simbolica giostra che é la giostra della vita… »

Giangiorgio Satragni
Amadesus 27/11/2018