Opera

Amorosa Presenza è un’antica storia sempre attuale,la storia di noi tutti… quella dell’amore #gallery-1 { margin: auto; } #gallery-1 .gallery-item { float: left; margin-top: 10px; text-align: center; width: 100%; } #gallery-1 img { border: 2px solid #cfcfcf; } #gallery-1 .gallery-caption { margin-left: 0; } /* see gallery_shortcode() in wp-includes/media.php */ Foto F. Parenzan Foto F. Parenzan Note di regia Amorosa Presenza è un’antica storia sempre attuale, la storia di noi tutti… quella dell’amore.In scena, al centro, un albero scandisce con le sue fronde il susseguirsi delle stagioni: estate, autunno, inverno e primavera…. a rappresentazione del tempo che passa e con lui le stagioni della nostra esistenza.La natura osserva apparentemente impassibile, ma é un inganno!Il suo spirito greve ci sostiene, come le radici della terra un tronco, ed influenza temporalmente e meteorologicamente le nostre emozioni. Quattro buffi cespugli, come in un conte de fée, inaspettati complici di follie, accompagnano nei loro deliranti eccessi i nostri eroi: Serena e Orazio, due giovani dirimpettai, abitanti d’una città che da lontano scandisce i ritmi d’una frenetica società dove i colori stentano a farsi largo e i gesti ripetuti tradiscono i segni dell’omologazione in atto!Dentro casa, due enigmatiche figure, Tutore e Tata, spiriti guida ritagliati dalla carta da parati, sono la voce della coscienza di quel che sarà, lo specchio del tempo che passa e inesorabilmente plasma e dissolve.Sono la voce della ragione… che i nostri giovani non sono disposti ad ascoltare! A loro s’addice la voce dell’amore! Desiderio e sogno accordarsi non possono a rimpianto e disillusione! Due generazioni a confronto! Scontro d’intenti e di vedute.E così… Orazio decide di travestirsi da donna, Letizia, per vincere la timidezza e poter decantare in libertà lodi di se stesso all’amata Serena, la quale incuriosita, dopo il primo incontro, decide di travestirsi da uomo per avvicinare l’Orazio tanto decantato e oramai idealizzato.Ed é qui che il gioco si fa serio…ambiguo…come spesso ci ricordano i tanti personaggi del teatro e dell’opera che nei secoli hanno ceduto alle lusinghe dell’”antico trucco del travestimento”.Dall’inganno, in amore, affiorano sempre delle verità! E così i nostri ragazzi si ritrovano in quattro, imprigionati in loro stessi, oscillanti tra il maschile e il femminile di se… e finiscono per avere nostalgia dell’amicizia che li ha veicolati alla conquista dell’altro e forse a riconoscersi più veri in maschera, perché così hanno conosciuto l’amore riconoscendosi, perché così hanno amato amandosi.E quando alla fine si ritrovano l’uno davanti all’altra per la prima volta, lui nei panni di una lei e lei nei panni di un lui, non possono fare...