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Opera
Il Trionfo della Luce sulle Tenebre
Della virtù sul vizio
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Foto Silvia Lelli
Foto Silvia Lelli
Note di regia
All’inizio tutto é oscurità.Un labirinto di muri si erge, tutt’intorno, soffocando l’orizzonte.Edifici squadrati e asettici disegnano una città ispirata al visionario « Metropolis » di Fritz Lang, film culto del 1927 profetizzante l’annichilamento della società e l’umanità automatizzata e asservita al profitto.
L’uomo ha imprigionato se stesso erigendo muri di schermi ad accecare il sole.
Dissipata la nebbia ecco, di fronte a noi, moltitudini prostrate, lo sguardo sottomesso, gli occhi fissi e accecati da luci fredde e snaturate d’una chimera, imprigionati al riflesso d’un’immagine che, come il sorriso di Narciso, conduce agli abissi soffocanti d’un limbo ipnotico dove il numero vale più del contenuto.Automi deambulanti in un illeggibile e dissennato scorrere del tempo.Cavie in cerca di ricompense fugaci, virtualmente incatenate, il giudizio formattato alla tirannia d’un unico pensiero imperante.Le memorie si perdono, il passato non ha più nulla da insegnare, non ci si tramanda altro che l’istante presente, relegando al tempo che vola l’oblio di noi stessi.
Immersi nella foschia i ricordi di chi fummo giacciono al suolo impolverati, erosi dalla dimenticanza, pronti per essere riciclati: libri di fiabe, racconti d’infanzia, bambole, aquiloni, vascelli… i bambini, simbolo di rinascita, cercano ancora tra quell’ammasso di rifiuti come sentissero in loro un richiamo verso un passato prezioso a determinarli.Opacizzata dal tempo una Balestra riaffiora dalle ceneri.Degno figlio di un Arciere Jemmy la erge fiero e corre dal padre.Il figlio ha riconosciuto in quell’oggetto un divino segno del destino. Suo padre é Guillaume Tell.La Balestra diventa allora il sacro simbolo della trasmissione tra generazione e generazione. In un solo gesto il racconto trova il suo significato più alto!
In uno scambio reciproco padre e figlio si armano metaforicamente d’una Coscienza celebrante l’Umanità nei suoi valori più alti.Agli orfani di risposte l’avvenire preannuncia la cieca schiavitù dell’ignoranza!Guillaume è « l’Arciere e Salvatore » cantato, nell’ultimo suo dramma, da Schiller nel 1804. Un’antica leggenda attribuisce a Tell i meriti d’aver trascinato, agli inizi del XIV secolo, la confederazione Elvetica all’indipendenza dagli Asburgo. In questa lotta dell’Oppresso contro l’Oppressore, la virtù, la dignità e l’umanità sono le armi con cui il poeta romantico sconfigge il male.La leggenda ha valenze universali! Guillaume é, a mio parere, Arciere e Salvatore in senso biblico.
In una delle illustrazioni del magistrale affresco poetico...