
02 Dic Amorosa presenza

Note di regia
Amorosa Presenza è un’antica storia sempre attuale, la storia di noi tutti… quella dell’amore.
In scena, al centro, un albero scandisce con le sue fronde il susseguirsi delle stagioni: estate, autunno, inverno e primavera…. a rappresentazione del tempo che passa e con lui le stagioni della nostra esistenza.
La natura osserva apparentemente impassibile, ma é un inganno!
Il suo spirito greve ci sostiene, come le radici della terra un tronco, ed influenza temporalmente e meteorologicamente le nostre emozioni. Quattro buffi cespugli, come in un conte de fée, inaspettati complici di follie, accompagnano nei loro deliranti eccessi i nostri eroi: Serena e Orazio, due giovani dirimpettai, abitanti d’una città che da lontano scandisce i ritmi d’una frenetica società dove i colori stentano a farsi largo e i gesti ripetuti tradiscono i segni dell’omologazione in atto!
Dentro casa, due enigmatiche figure, Tutore e Tata, spiriti guida ritagliati dalla carta da parati, sono la voce della coscienza di quel che sarà, lo specchio del tempo che passa e inesorabilmente plasma e dissolve.
Sono la voce della ragione… che i nostri giovani non sono disposti ad ascoltare! A loro s’addice la voce dell’amore! Desiderio e sogno accordarsi non possono a rimpianto e disillusione!
Due generazioni a confronto! Scontro d’intenti e di vedute.
E così… Orazio decide di travestirsi da donna, Letizia, per vincere la timidezza e poter decantare in libertà lodi di se stesso all’amata Serena, la quale incuriosita, dopo il primo incontro, decide di travestirsi da uomo per avvicinare l’Orazio tanto decantato e oramai idealizzato.
Ed é qui che il gioco si fa serio…ambiguo…come spesso ci ricordano i tanti personaggi del teatro e dell’opera che nei secoli hanno ceduto alle lusinghe dell’”antico trucco del travestimento”.
Dall’inganno, in amore, affiorano sempre delle verità!
E così i nostri ragazzi si ritrovano in quattro, imprigionati in loro stessi, oscillanti tra il maschile e il femminile di se… e finiscono per avere nostalgia dell’amicizia che li ha veicolati alla conquista dell’altro e forse a riconoscersi più veri in maschera, perché così hanno conosciuto l’amore riconoscendosi, perché così hanno amato amandosi.
E quando alla fine si ritrovano l’uno davanti all’altra per la prima volta, lui nei panni di una lei e lei nei panni di un lui, non possono fare altro che lasciarsi andare all’istinto della passione… i loro corpi trascinati l’uno verso l’altro dalle anime che li hanno sempre sostenuti. Cosi… nel turbinio di un tango il desiderio non concede più tregua e spoglio oramai d’orpelli e d’artifici, l’amore trionfa!